SIMEST estende l’accesso alla misura “Transizione digitale o ecologica” alle imprese non esportatrici appartenenti a una filiera a vocazione internazionale.
La misura “Transizione digitale o ecologica” di SIMEST amplia la propria portata: oltre alle imprese esportatrici, potranno accedervi anche le aziende non esportatrici appartenenti a una filiera produttiva. Una novità che segna un passo decisivo verso una maggiore inclusività, offrendo a numerose realtà produttive, finora escluse, l’opportunità di beneficiare di risorse strategiche per innovare, crescere e rafforzare la propria competitività.
Destinatari
La misura è rivolta a tutte le imprese con vocazione internazionale, con particolare attenzione a micro, piccole e medie imprese impegnate in progetti di investimento e di rafforzamento patrimoniale.
Grazie al DL Economia 95/2025, l’agevolazione si estende anche alle imprese non esportatrici inserite in una filiera produttiva, riconoscendo così il ruolo centrale delle catene del valore nel sistema produttivo italiano.
Possono, altresì, beneficiare del finanziamento:
- le imprese esportatrici energivore o quelle che hanno avviato un percorso certificato di efficientamento energetico, anche in fase di diagnosi;
- le imprese con interessi nei Balcani Occidentali e quelle localizzate nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi dal 1° maggio 2023.
Spese ammissibili
Sono considerate ammissibili al finanziamento le seguenti tipologie di spesa:
- Spese per la Transizione digitale, anche in Italia:
- integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;
- realizzazione/ammodernamento di modelli organizzativi e gestionali in ottica digitale;
- investimenti in attrezzature tecnologiche, programmi informatici e contenuti digitali;
- consulenze in ambito digitale;
- disaster recovery e business continuity;
- blockchain (esclusivamente per la notarizzazione dei processi produttivi e gestionali aziendali);
- spese per investimenti e formazione legate all’industria 4.0;
2. Spese per la Transizione ecologica, anche in Italia:
- spese per investimenti per la sostenibilità ambientale e sociale (es. efficientamento energetico, idrico, mitigazione impatti climatici, ecc.);
- spese per ottenimento e mantenimento delle certificazioni ambientali connesse agli investimenti oggetto del finanziamento, incluse le spese per l’ottenimento di una diagnosi energetica;
3. Spese per investimenti volti a rafforzare la propria solidità patrimoniale;
4. Spese di consulenza professionale per le verifiche di conformità alla normativa ambientale nazionale;
5. Spese per consulenze finalizzate alla presentazione e gestione della richiesta di intervento agevolativo e alle asseverazioni rese dal Revisore, per un valore fino a un massimo del 5% dell’importo deliberato e comunque non superiore a 100mila euro.
Agevolazione
L’agevolazione prevede un finanziamento a tasso agevolato dello 0,321%, con una durata complessiva di sei anni, di cui due di preammortamento.
Inoltre, è prevista una quota a fondo perduto fino al 10% dell’importo richiesto, che può arrivare al 20% per le imprese energivore o che hanno intrapreso percorsi di efficientamento energetico.
Gli importi richiedibili vanno da un minimo di 10mila euro a un massimo pari al minore tra:
- il 35% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci;
- 500mila euro per le microimprese, 2,5 milioni di euro per le PMI e PMI innovative, 5 milioni di euro per le altre imprese.
Presentazione domande
Le richieste di finanziamento possono essere presentate esclusivamente online tramite il portale SIMEST.
Perché scegliere i finanziamenti SIMEST
Accedere ai finanziamenti agevolati SIMEST rappresenta un’opportunità unica per le imprese italiane che vogliono crescere, innovare e rafforzarsi sui mercati internazionali. L’ampliamento della platea dei beneficiari rende la misura ancora più inclusiva, in quanto ad oggi lo strumento sostiene non soltanto le aziende già proiettate all’export, ma anche quelle realtà produttive che, pur operando all’interno di una filiera, svolgono un ruolo determinante per la competitività complessiva del Made in Italy.


